La Mediazione familiare al centro del dibattito
A cura di Carla Valeri
Nel settembre 2018 è stata depositata presso la Seconda Commissione Giustizia del Senato la proposta di Legge 735 sull’affido condiviso dei figli, che intende modificare una serie di norme attualmente in vigore riguardanti vari aspetti trattati in ambito di separazione e divorzio. La proposta di legge definisce l’obbligatorietà del percorso di mediazione familiare, che i due coniugi dovrebbero seguire per concludere un accordo di separazione. Dal mese di ottobre 2018 hanno avuto inizio le audizioni in Commissione, per l’acquisizione dei pareri di soggetti competenti in materia, mentre dalla società (associazioni professionali, organizzazioni contro la violenza alle donne..) si sono mosse moltissime prese di posizione, alcune a favore, altre numerose contrarie. La stampa ha pubblicato molti articoli che si sono spesso concentrati sul processo di mediazione familiare, di cui è stata a volte data una descrizione imprecisa.
In realtà la Mediazione Familiare è una strategia di aiuto alla coppia genitoriale in via di separazione o già separata. Rientra nei Metodi alternativi di risoluzione delle controversie (ADR), nei quali le parti cercano una composizione dei confitti di tipo civile o commerciale in modo alternativo all’intervento giurisdizionale pubblico.
La Mediazione Familiare prevede che un professionista formato e competente, iscritto ad una Associazione riconosciuta, il Mediatore, accompagni i due Mediandi in un ciclo di incontri (da 8 a 10/12) che hanno lo scopo di definire un nuovo accordo familiare che tuteli soprattutto il benessere dei figli, permettendo una riorganizzazione della vita familiare . Al termine del percorso verranno stipulati degli accordi che andranno portati al Giudice per una omologazione. I due ex coniugi avranno appreso delle strategie per guardare oltre il conflitto ed affrontare le difficoltà ed i cambiamenti, condividendo la cura dei figli.
La mediazione familiare richiede la volontaria e piena adesione dei due partecipanti. Non può essere realizzata se si verificano condizioni di violenza, minaccia, abuso. E’ un percorso nel quale vige la riservatezza su tutti i contenuti emersi.
Nella mediazione i due ex coniugi si confrontano con i vissuti e l’esperienza emotiva della separazione mentre permane la necessità di raggiungere un accordo pratico in un tempo definito. Il mediatore deve accompagnare la coppia in mediazione in un viaggio che attraversa istanze diverse: da un lato è necessario mantenere un confronto su aspetti concreti della genitorialità ( tempi e modi della frequentazione con i figli, aspetti economici della cura dei figli ecc.); contemporaneamente è necessario permettere l’esplicitarsi dei vissuti che sottostanno al confronto sulle cose pratiche. Quali significati emotivi hanno per i due ex coniugi questi aspetti pratici? Cosa significa lasciare la casa coniugale, decidere se presentare un nuovo partner ai figli, passare con loro le vacanze, o non poterlo fare.. La Mediazione familiare tiene insieme la dimensione pragmatica, delle decisioni da prendere, con quella affettiva e valoriale, mettendo in gioco sia le risorse che le ferite dei due ex coniugi. Ogni Mediazione è un percorso strettamente individualizzato, e tratta materia sensibile come gli affetti, i legami, le storie personali.