“Tu chiamale se vuoi..”
A cura di Alessandro Gambugiati
Sebbene fin dagli inizi del ‘900 siano stati versati fiumi d’inchiostro sul tema delle emozioni e dei sentimenti, ancora oggi queste importantissime funzioni psicologiche esercitano un notevole fascino, probabilmente per il fatto che – sebbene un gran numero di ricerche abbiano fornito una certa mole di dati su questi argomenti – ancora oggi sono in molti a sottovalutare l’importanza che le emozioni hanno nell’influenzare la qualità della nostra vita.
Inizierei pertanto col dire che tutto ciò che sappiamo delle emozioni fa capo alle parole che noi utilizziamo per parlarne, parole che nelle culture occidentali possono essere fuorvianti a causa dell’ipertrofia della funzione pensiero promossa in modo sistemico all’interno dei programmi in uso nelle scuole pubbliche, più centrati sulle nozioni che sull’allenamento all’utilizzo di tutte le funzioni psicologiche in nostro possesso fin dalla nascita.
In altre parole, chi legge qualcosa sulle emozioni rischia di farsi un’idea mentale di cosa esse sono, che è l’esatto contrario dell’esperienza reale associata ad esse! Assagioli, per esempio, nel suo grafico La Stella posiziona la “funzione pensiero” (quella che si suppone sia in relazione con le nostre parti più razionali) all’opposto della “funzione emozioni e sentimenti”, associabile a quelle esperienze psicologiche più o meno stabili nel tempo che possono essere situate a metà strada tra le sensazioni percepite dal corpo e i pensieri su cui la psiche lavora ordinariamente.
Se poi accettiamo il rischio di rinunciare per qualche minuto alle definizioni che utilizziamo ordinariamente per parlare delle emozioni, possiamo scoprire un mondo straordinario: il mondo delle donne, da sempre molto più equipaggiate degli uomini in quanto a consapevolezza della loro importanza.
La maggior parte di coloro che soffrono di disagi psicologici presentano distorsioni sul piano delle associazioni tra emozioni e credenze (convinzioni) raccolte durante le esperienze dirette o ricevute dalla famiglia, dalla società, dalla scuola e dai media. Queste distorsioni, che potrebbero avere a che fare anche con traumi o condizionamenti, possono essere corrette ai fini del miglioramento della qualità della vita che sperimentiamo nel nostro quotidiano.