<< Quando cominci a scoprire te stesso,
ti accorgi che prima mentivi dicendo «io».
Mentivi, perché sapevi troppo poco di te:
non era di te che parlavi.
Ti adeguavi soltanto alle idee
che tante altre persone avevano di te.
E più ti scopri, più cambi.
Altro che essere se stessi:
quando si fa sul serio,
si può soltanto diventare diversi da se stessi.
E te ne accorgi, perché quando sei cambiato
e provi a domandarti:
«Ma perché prima mi comportavo a quel modo?»
non sai più cosa rispondere.
È un bellissimo segno.
Vuol dire che quello di prima non c’è più
e che quello nuovo può solo guardare avanti. >>
Igor Sibaldi
Servirebbe dire di più, dopo queste parole? Basterebbero senz’altro queste per andare a fondo -o in alto- dei pensieri, dei sentimenti, dei riflessi che ciascuno di noi sente muoversi nei colori della propria storia; per lasciarsi attraversare dalla curiosità di nuovi significati.
In così poche righe, ecco la strada che ciascuno di noi, a proprio modo, cammina per essere più vicino che può a se stesso, per vivere quel piacere unico di certi brevi e improvvisi momenti in cui ci sorprende una sensazione forte di ciò che ci anima dentro.
Quella strada in cui ci si imbatte “per caso”, in cui si inciampa e a volte si cade, in cui tante volte ci si ritrova, con qualcosa di più forte e nuovo e qualcosa da lasciarsi alle spalle; con le ginocchia sbucciate e il viso bagnato di lacrime; con il mal di pancia per una prorompente risata; da bambini come da grandi…
Per Crescere come individui capaci di relazione, abbiamo bisogno di cambiare, di vivere ogni momento con quel che porta. L’unico bisogno che non sa mutare è portare Amore nella vita mentre sentiamo il nostro esserne parte nel suo continuo divenire.
Il più intrigante e vitalizzante fra i paradossi: “stare” in noi, per poter cambiare la nostra esistenza! Per cercare quel movimento nella libertà di abbandonare condizionamenti, preconcetti, ubbidienze, ricatti morali, bisogno di piacere agli altri più che di incontrare se stessi.
Ecco la vera coerenza. Non la stasi, non il cristallizzare rigidamente un’idea piatta di se stessi e degli altri, non il chiudersi e il rimpicciolire il mondo in una scatolina angusta apparentemente rassicurante, in realtà limitante e povera.
E se qualcuno fra voi, leggendo, va già lontano con la mente a dirsi che <<sono belle parole… ma come si fa? il quotidiano è così tanto difficile…>> può intanto cominciare, subito, in questo momento stesso, a ribellarsi a questi pensieri, a immaginare una giornata diversa, una scelta da rinnovare, un vecchio senso di colpa da dissolvere. Le risposte, per entrare in noi e muoverci, hanno necessità di esperienza viva e anche i piccoli gesti sono forza. Ne facciamo tanti ogni giorno: Accorgiamoci! cerchiamo la relazione fra le cose, come già è e come già sta cambiando, nella nostra natura grande.
Questo dà continuamente un senso coerente al movimento della vita. Quando scopriamo qualcosa di nuovo, ci si apre immediatamente una strada verso casa, il nostro percorso si è già trasformato, perché i nostri occhi sono cambiati. Stiamo creando…
A cura di Rita Vitrano